lunedì 23 novembre 2009

Pugno Sporco

Mi hai lasciato.
L'hai fatto ancora.
Un'altra volta.
Quante volte ti ho sentito dire che era l'ultima.
Quante volte sei tornato da me strisciando e supplicando.
Ed ogni volta, ogni maledetta volta che ti guardavo negli occhi, non riuscivo a fare a meno di te.
Sei la mia vita.
Lo sei sempre stato.
Sono nata e morta con te troppe volte ormai.
Hai calpestato tutto ciò che sono.
Non mi hai lasciato niente.
Hai sputato sul mio corpo nudo solo per sentirti padrone.
E dannata me te l'ho lasciato fare.
E' colpa mia sai?
Sono stata un'idiota.
Ho creduto...ho sperato, che saresti cambiato.
Ho sempre vissuto cercando una favola che fosse adatta a me.
Ogni volta che qualcosa andava storto la riaggiustavo su misura mentendo a me stessa.
Quante volte l'ho fatto con te.
Troppe volte ho fatto finta di niente.
E ora? Cosa mi rimane?
Il tuo pugno vuoto sporco del mio sangue.
Avanti. Colpiscimi ancora.
Non smettere di farlo fino a quando non sarai sazio del mio dolore.
Morirò per te, un'altra volta.
Ma sarà l'ultima in cui tu mi vedrai chinare la testa.

giovedì 3 aprile 2008

Solo un bacio

Sospirare in silenzio,
chiudere gli occhi e aspettare.
Sentirsi sfiorare da una mano che trema più della tua.
Un brivido,
lungo la schiena,
che ci fa sussultare per un istante.
Sentire il respiro sulla propria pelle,
sugli occhi, sulle guance.
Il cuore che batte all'impazzata,
le gambe che non ci reggono,
sentirsi senza fiato..
Sospesi.
Sospesi su un filo così sottile da potersi spezzare in qualsiasi momento.
Mordersi le labbra per accertarsi che non sia un sogno.
E quando quel bacio arriva,
così soffice, sottile, delicato,
dimenticarsi di tutto.
Cedersi al calore delle sue labbra,
del suo desiderio,
avvolgersi in un abbraccio così dolce e sensuale,
da costringere il cuore a saltare un battito.
Accorgersi che invece di un istante,
ne sono trascorsi cento.

martedì 1 aprile 2008

La rara specie del Bro.

"...Guardate un raro esemplare di Bro. E' ormai giunta la stagione degli amori per il Bro, e come per i periodi di guerra, anche per lui ogni buco è caverna. Il Bro quando identifica la sua compagna soffre di improvvisi sbalzi di pressione e di inturgidimenti dell'area mammellaria. Dopo questa fase di torpidezza, che dura all'incirca due settimane, il Bro entra in quella che possiamo definire di corteggiamento. Privo di un ventaglio piumato, come i suoi parenti Pavoni, il Bro compensa la mancanza coreografica con battute di dubbio gusto rilasciando ormoni dal profumo intenso attorno a se. Una volta che gli ormoni sono stati recepiti dalla futura compagna il Bro si dilunga in meditazioni eterne coinvolgendo la maggiorparte delle volte i compagni del branco, anche loro alle prese con gli stessi problemi...il Bro inoltre è l'animale più veloce che esiste in natura. I suoi amplessi possono raggiungere una velocità media di 1550km/h causando, in sporadici casi, l'autocombustione dell'organo riproduttivo proprio e della compagna. Nei periodi di maggior ingrifamento, durante il rapporto si possono udire dei forti botti, causati dall'abbattimento della barriera del suono. Tale atto, per quanto fulmineo e difficile da percepire da occhio umano, procura grande piacere al Bro, il quale non tarda a comporre il numero di telefono del compagno di branco per confrontare i tempi di amplesso, e nel caso i suoi fossero maggiori del compagno non perde tempo a tirarsela e a pavoneggiarsi, ma ahimè non ha la coda."

Autore del testo: Cicco
Fonte principale di ispirazione: Io [Bro]

Un ringraziamento speciale a Cicco, che meglio di chiunque altro ha saputo riassumermi in così poche righe...

sabato 29 marzo 2008

Addio

Nel silenzio di una primavera appena sbocciata,
tra petali e conchiglie,
lei gli toccava la mano come cenere al vento.
Lo sciabordio delle onde,
sottile,
sfiorava la sabbia stropicciata sotto di loro.
Un mazzo di fiori appena regalato,
giunchiglie,
si riflettevano alla luce di un sole che andava spegnendosi.
Lui la guardava,
assorto,
e piangeva lacrime colorate dal cielo.
Un bacio poi,
colpevole d'innocenza,
si schiuse fra le labbra.
E il treno passò dietro di loro,
a scandire la dinamica del tempo,
troppo veloce per potergli stare dietro.
"Ci rivedremo.."
Ma nel silenzio assorta,
lo guardò partire,
voltandosi di spalle al destino.

giovedì 27 marzo 2008

Un Donna

Il profumo di una donna,
dolce delicato sulla pelle,
parla di un segreto nascosto,
fra i petali del silenzio.
Il suo sguardo,
pacato ed assorto,
sussurra ambiguo indizi incomprensibili,
ritraendo la mano che ha indicato il sentiero.
Il suo tocco,
inebriante sospeso,
conduce fra spine di fiori immaturi,
sciogliendosi al sole di un giorno qualunque.
Polvere di stelle,
il suo bacio,
che dalle sue labbra sprigiona una cascata di emozioni.
Statua immobile al suo cospetto,
uomo che invano tenta di resistere,
quando con un dito lei gli sfiora il mento,
e rigira su se stessa abbandonandolo al tormento.

martedì 18 marzo 2008

Avere fede

Non è tanto l'aggrapparsi a un credo che conta, quanto più il credere di potercisi aggrappare.
E non sentirsi vuoti, ogni volta che si cerca conforto.

Catechista: Per voi che cos'è la Fede?
Num.1: In tutta sincerità non lo so, credo avere la forza di confidare in qualcosa o qualcuno..
Num.2: Cedersi completamente, anima e corpo, nelle mani dui qualcun'altro..
Me: Parlare di sincerità...e a questo proposito, io non credo ad una sola parola di quello che dite.
Catechista: Scusa, ma allora che ci fai quì?
Me: Credevo fosse la riunione di condominio.

Non è tanto la ricerca di una fede, di un credo, o di un Dio. E' sapersi abbandonare consapevoli di poter sbagliare.

martedì 4 marzo 2008

Sogni

"Morfeo mi ha vinta."
Soffio socchiuso fra le porte del tempo,
docile attraversa la soglia della notte,
e scivola via,
fra nubi colorate e una luna dorata,
posando il suo dito su occhi e sorrisi.
E allora ecco il sogno che diviene realtà,
e spinge la mano a toccare la sua.
Fremito dolce attraversa la schiena,
e chiude gli occhi aspettando il momento,
un istante qualunque ma ricco di sorprese,
dove il mondo è capovolto e tutto è sospeso.
E lì si tramuta in quei desideri,
quelli che ognuno porta nel letto,
soffocati e sussurrati da una voce inaccettabile,
saltano fuori come cicale nella notte,
cantano e ballano,
di riti fantastici e storie incantate,
liberi infine nella loro poesia.
Follie rotolanti,
dualismi irrisolti,
ipocrisie sospinte,
e bugie malcelate.
Eccole lì,
alla nostra portata,
paure e speranze in un unico quadro.
Ognuna ha un colore,
ognuna un pennello,
scivolano su tela ad ogni nostro gemito.
E finalmente così,
senza riserve,
sospiriamo ogni attimo che ci è concesso,
descrivendo attenti,
per filo e per segno,
una storia indimenticabile,
che non può essere raccontata.

Rosa

E quando il giorno arriverà,
in groppa al suo cavallo bianco,
tu non voltargli le spalle:
aspettalo,
a braccia aperte,
fiorisci come la primavera
ed inebrialo col tuo profumo.
E allora lui ti cullerà,
con il suo soffio delicato,
ti bacerà,
donandoti la vita eterna.
Suoneranno le campane,
per voi,
incoroneranno il vostro accordo,
e ti guarderanno rinascere per l'ennesima volta.
Rossa,
bagnata di rugiada,
assopita dal freddo,
più bella e più dolce che mai,
ti stringerai in te stessa,
ti nasconderai per un istante.
Ma il giorno poi ti abbraccerà,
con i suoi colori e le sue melodie,
con le speranze e gli amori,
invitandoti a ballare,
un walzer così soffice,
impalpabile.
Rosa d'inverno,
che dal tempo tiranno fuggi,
non mascherare il tuo sorriso,
ora che è Primavera,
e la neve tutto intorno si scioglie.

lunedì 3 marzo 2008

Asfalto

Volare ad alta quota
sognando di cadere,
Mentre un uragano sussurra
il suo nome silenzioso.
Dondolare senza sosta
fino al punto da non fermarsi più.
Non ritrovare più la strada,
perdersi fra curve e falsi indizi.
Correre e correre,
così tanto,
così a lungo,
da sentirsi in apnea.
E scivolare sull'asfalto sognando di volare sott'acqua.

Questo tempo finirà...

E forse questo tempo finirà,
lasciandoci inermi in una tempesta di sussulti.
Pochi attimi di disagio,
E un vortice violento verso il vuoto.
Lancette ferme,
parole di storia che si frantumano su di una carta incenerita.
Un filo di seta che si sfilaccia,
niente di più sottile.
E forse questo tempo finirà,
riducendo tutto ad un inferno di silenzi.

Sfiorare le tue labbra con un dito non è mai stato un sogno.
Soffermarmi alla tua porta pregando di restare ha ucciso il mio respiro.
Sciolte le mani,
Le mie dalle tue,
Ho bagnato il cuscino di lacrime amare,
Soffocando in singhiozzi vigliacchi,
Che non avevano il coraggio di uscire.
Polvere alla soglia è quel che rimane,
mentre con un semplice soffio cancelli le mie orme.
Muore così il giorno,
Col suo sorriso luminoso,
Invocando una notte così tetra che temo quasi di dormire.